martedì 8 settembre 2009

Modelli evolutivi applicati al tuning


L'obiettivo principale di questo articolo è di illustrare sperimentalmente il MiniLab (un sistema oggettivo di sintonizzazione da me ideato e realizzato) e fornire al tempo stesso un modello di procedimento che sia applicabile anche ai sistemi tradizionali, con le dovute cautele.

La possibilità data dal MiniLab di valutare oggettivamente e individualmente parametri quali brace e tiller dinamico apre la strada all'impiego di modelli per la messa a punto capaci di fornire in tempi certi risposte certe con tolleranze dichiarate, comprensivi del fattore rischio e soprattutto della necessaria pianificazione. Infatti la sintonizzazione di un sistema complesso come quello arciere-arco-freccia va affrontata - come tutti i progetti - senza improvvisazioni di sorta e devono essere chiari sin dall'inizio gli obiettivi, le metodologie e le risorse utilizzate.

Chiaramente il confine tra la configurazione del sistema (ovvero la scelta dei componenti) e la sintonizzazione (ovvero l'ottimizzazione della collaborazione tra i componenti del sistema) è molto sottile, ecco quindi la necessità di un metodo rigoroso che guidi attraverso semplici passi ben determinati alla realizzazione del progetto di tuning.

In questo articolo ho proposto un modello di particolare interesse, non soltanto per il fatto che possiede tutte le qualità appena citate ma perché appartiene alla categoria dei cosiddetti “modelli evolutivi”, per i quali ogni modifica accettata rappresenta un'evoluzione del sistema.


Il modello rappresentato in figura è detto “spirale di Boëhm”. Si tratta di un piano cartesiano sul quale viene tracciata una spirale a partire dall'origine degli assi. La partenza non avviene dal primo quadrante, come sarebbe logico attendersi, ma dall'ultimo: pianificazione della fase successiva. In questa fase l'attrezzo viene assemblato; si esegue il riscaldamento dell'atleta e l'assestamento dell'attrezzo, infine si esegue una prima valutazione strumentale che vale come “stato originale”.

La figura è un esempio della risposta data dal MiniLab™ dopo la prima valutazione dello “stato originale”: nonostante si tratti di un sistema già sintonizzato alla maniera tradizionale, le numerose frastagliature indicano che probabilmente l'ottimo – sia per brace che per tiller - non è ancora stato raggiunto, si noti ad esempio la non sincronia nella chiusura dei flettenti identificata dalla distanza nel tempo dei due picchi di energia.


In definitiva, la situazione di partenza denota:

  • problemi di vibrazioni parassite

  • un marcato sbilanciamento tra il lavoro dei flettenti, con evidente chiusura asincrona e distribuzione asimmetrica dell'energia del segnale.

Il passo successivo, partendo dal quadro della situazione appena esaminato, si propone l'individuazione di obiettivi, alternative, vincoli.

Obiettivi, in ordine di priorità:

  1. ridurre la rilevanza delle vibrazioni parassite

  2. tentare il bilanciamento del lavoro dei flettenti

  3. raggiungere la sincronia in chiusura

Vincoli:

  • per il brace, restare all'interno del range consigliato dal costruttore

  • per la potenza, nessuna variazione apprezzabile

  • per le tolleranze e la precisione: incrementi di brace di 5 mm, incrementi di tiller di 1 mm.

Alternative: nessuna

Per raggiungere gli obiettivi, se si affronta la messa a punto per la prima volta con questo metodo, è opportuno iniziare da uno stato noto standard al quale riferire tutte le variazioni. Ognuno può confezionarsi il proprio set di preimpostazioni “standard”, l'importante è che sia noto e costante per garantire precisione e consistenza al tuning.

Se invece si possiede una tracciatura delle modifiche effettuate precedentemente, queste costituiranno la base per le successive valutazioni, nonché il percorso evolutivo del sistema arciere-arco-freccia in esame.

Definiti gli obiettivi, considerate eventuali alternative e fissati i vincoli, nella fase successiva si prendono in esame i rischi conseguenti le scelte effettuate e le possibili soluzioni per prevenirli o quantomeno arginarli. Nell'esempio si sono evidenziati i seguenti rischi:

  • la corda attualmente utilizzata potrebbe non essere adeguata (lunga, corta)

    • occorre cambiare corda e ripartire dalla stessa misura con opportuno n° di giri (ma non più di 40)

  • il punto stimato ottimo potrebbe non lasciare margini di miglioramento

    • valutare altri punti, possibili candidati all'ottimo, con più ampi margini di miglioramento

Identificate le soluzioni ammesse dalle scelte precedenti, inizia la fase di esecuzione dei test, fase dalla quale si esce dopo il raggiungimento degli obiettivi previsti alle tolleranze prestabilite.


Confrontando i grafici relativi all'arrivo con quelli ottenuti al termine del primo passo di sintonizzazione, corrispondente ad un giro completo sulla spirale di Boëhm, si può notare:

  • la rilevanza delle vibrazioni parassite si è notevolmente ridotta

  • il lavoro dei flettenti appare molto più bilanciato

  • la sincronia in chiusura è quasi raggiunta, basterebbe una piccola regolazione antisimmetrica per mettere i due picchi allineati; in particolare si tratta del flettente superiore in leggero ritardo rispetto all'inferiore. Relativamente all'esempio, un ottavo di giro della vite di precarica (a caricare il flettente superiore e contemporaneamente a scaricare il flettente inferiore) potrebbe essere sufficiente.


In conclusione, il modello di procedimento proposto ha come punto di forza l'impiego di strumenti come il MiniLab, sebbene possa essere efficace anche con sistemi più tradizionali, a patto che gli stessi siano inseriti in test compatibili con la catena di responsabilità, un argomento che sarà affrontato sul prossimo articolo.

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