- su accordi presi all'interno di organismi internazionali
sulla base di altri comportamenti ampiamente diffusi
Alla prima categoria appartengono tutti gli standard “puri”, nati dal lavoro di esperti operanti all'interno di apposite commissioni e quindi legittimati dal riconoscimento internazionale. Gli standard ISO e UNI sono un tipico esempio di standard universalmente noti e riconosciuti. Gli standard che appartengono a questa categoria rappresentano “il modo corretto e più intelligente di fare qualcosa”, e per questo sono stati sottoposti a diversi gradi di approvazione prima di essere accettati definitivamente.
Alla seconda categoria appartengono invece i cosiddetti standard di fatto, ovvero quelli derivanti dalla enorme diffusione di un prodotto particolare, come può essere stato per lo standard VHS, o da accordi commerciali nati dal consorzio di più aziende. Nel mondo dell'arcieria un degno rappresentante potrebbe essere il noto ILF (acronimo di International Limb Fitting, il sistema ad incastro dei flettenti di paternità Hoyt).
In senso lato, è interessante notare come gli standard non coinvolgano soltanto i manufatti ma anche le procedure, cosa che ritengo fondamentale per lo sviluppo della tecnica nel tiro con l'arco.
I vantaggi derivanti dal rispetto degli standard, se presenti, sono innegabili e riguardano sia il mercato (dalla produzione alla vendita) sia il consumatore finale. Alcuni di questi sono:
costi di progettazione più contenuti rispetto a soluzioni custom
minori costi per la formazione del personale
maggiori possibilità per scelte di make or buy
packaging (e quindi stoccaggio) meno problematico
atteggiamento del mercato più favorevole (lo standard piace di più)
minore impatto sull'utilizzatore finale (se si comprano oggetti standard sarà più facile usarli e valutarne la qualità)
Diffusione degli standard in arcieria
Nella popolazione arcieristica la conoscenza dell'esistenza dei sopracitati standard è quasi inesistente. Tra i motivi che ne hanno frenato la diffusione figura certamente il fatto che dal 1986 AMO ha deciso di pubblicare i propri standard presso un'associazione privata, ASTM, che per ogni specifica esige il pagamento di $25 (USD), quando invece dovrebbe essere accessibile a chiunque, e gratis, perché si tratta di specifiche standard e non di brevetti registrati. Oggi, si deve al mondo “open source” se possiamo trovarli liberamente sul web, disponibili per essere scaricati in qualche sito amatoriale.
Inoltre, la naturale competizione tra i costruttori ha bloccato il sereno sviluppo di un terreno comune di valutazione dell'efficienza dei materiali e della loro messa a punto, e fondamentalmente per due motivi:
in mancanza di uno standard ogni costruttore tenta di imporre il proprio, in questo modo i risultati dell'uno non sono quasi mai comparabili con quelli dell'altro, a tutto vantaggio del marketing che non si trova mai concorrenti “diretti”;
la maggior parte delle informazioni vengono considerate strategiche per lo sviluppo e la produzione e quindi tenute segrete.
Questa situazione non può restare immutata per molto; come consumatori siamo abituati a confrontare i prodotti che acquistiamo e prima o poi accadrà anche per gli archi quello che già avviene per automobili, telefoni cellulari, computer ed elettrodomestici: sorgerà un soggetto indipendente e “super partes” che valuterà in modo standard le prestazioni, ne troverà le impostazioni ideali, le comparerà e ne pubblicherà i risultati. Almeno un tentativo è già stato compiuto, sebbene con tecniche poco ortodosse (rif. L'Arciere Eretico, valutazione comparativa dei flettenti).
Dunque il consumatore medio non si accontenta delle comunicazioni commerciali delle aziende produttrici e la nota lista di rotture flettenti non è un caso: il laboratorio di ricerca e sviluppo più importante si è rivelato essere quello del modo reale, non quello artefatto in ambiente controllato.
Non solo, anche la scarsa fiducia che molti atleti di medio livello ripongono nella propria attrezzatura la dice lunga sulla percezione della qualità tecnica dei materiali. Parlo degli atleti di medio livello come di quelli che aspirano al miglioramento personale senza avere sufficienti fonti di informazione, nonostante le domande sui forum, durante le gare e soprattutto i seminari tecnici ancora troppo poco frequenti.
Fortunato è chi riesce ad essere selezionato per i raduni, e molto di più quelli che possono vantare un tecnico personale aggiornato! A tutti gli altri spesso rimane soltanto la mera sperimentazione e l'autoaggiornamento, con libri, riviste e internet.
Si è auspicata la creazione di un centro federale per lo studio dei materiali, ma anche se questo desiderio si realizzasse la situazione non cambierebbe molto: ancora una volta, per ovvi motivi, i risultati sarebbero disponibili soltanto per pochi.
Se si vuole eliminare questa sorta di protezionismo sulle informazioni – che in altre occasioni ho definito inutile – serve uno scossone, qualcosa di simile a ciò che il movimento Open Source ha rappresentato per l'informatica, dove la tecnologia sia libera e l'informazione resa onesta e accessibile per tutti. In pratica:
Le aziende dovrebbero sforzarsi di capire che l'arciere non è un consumatore stupido, da imbonire con effetti speciali e slogan roboanti. Molto meglio l'approccio “provalo di persona, intanto questi sono i dati standard sul comportamento”.
Dovrebbe essere a disposizione di tutti il modo per testare e mettere a punto il proprio materiale, ad un livello più alto del solito “test-drive”, con dati oggettivi, misurabili e ottenuti in maniera standard.
Posta la questione “centro federale” in questi termini, se fosse realizzato sarebbe il miglior laboratorio “Open” possibile: ogni arciere avrebbe così il vantaggio immediato di conoscere, testare e mettere a punto la propria attrezzatura, con la prospettiva di poter sfruttare i dati raccolti da tutti gli altri, nel medio e lungo periodo e contribuendo in prima persona ad arricchire la base dati della comunità.
Bibliografia degli standard pubblicati e rintracciabili sulla rete
ASTM (American Society for Testing and Materials) ha pubblicato i seguenti standard:
Guida standard per prestazioni delle punte da caccia e standard di sicurezza
Guida standard per la riduzione del rischio di ferimento per gli overdraw
Specifiche standard per l'individuazione del punto di bilanciamento per le frecce
Guida standard per le dimensioni del serving centrale delle corde per archi
Specifiche standard per la determinazione della velocità degli archi
Standard sui metodi di test per i componenti delle corde degli archi
Specifiche standard per la classificazione e la siglatura delle diottre a singola lente per l'utilizzo con gli archi
Standard sui metodi di test per la determinazione le curve forza-trazione e scarico per gli archi
Standard sui metodi di test per la determinazione della percentuale di let-off per gli archi
Guida standard per la misura di rettilinearità delle aste
AMO (American Manufacturers and Merchants Organization) dal 1986 ha deciso di pubblicare i propri standard sotto l'egida di ASTM. L'edizione del 2000 comprende:
Lunghezza AMO standard convenzionale dell'arco
Siglatura AMO standard convenzionale della potenza degli archi
Misura AMO standard del brace height
Lunghezza AMO standard per corde/cavi
Misura delle tensioni
Lunghezza AMO standard per la corda degli archi compound
Valori di riferimento AMO per lo spine delle aste in legno
Standard AMO per i fori di fissaggio del mirino e degli accessori
Standard AMO per il foro di fissaggio della stabilizzazione e degli accessori
Standard AMO per il fissaggio dell'asta centrale
Allungo standard AMO per costruttori
Allungo standard AMO per rivenditori e per uso generale
Potenza standard AMO per archi convenzionali
Raccomandazioni AMO per l'impennaggio di frecce con punte field e broadhead
Lunghezza standard AMO per le frecce
Sistema standard AMO per punte intercambiabili
Nomenclatura AMO per arco e freccia
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